La leggenda narra...

...La storia del Wing Chun è una di quelle storie in cui la chiarezza dei fatti viene avvolta dalle nebbie delle leggende. Il nostro racconto ha inizio in un luogo di sacri e mitici guerrieri, per alcuni persino invincibili, il grande tempio di Shaolin. Ed sarà proprio la fama dei monaci ad essere la loro rovina, infatti l'imperatore, temendone la grande abilità decise di sterminarli, ma i suoi soldati vennero sbaragliati. Così, decise di ordire una congiura, corrompendo l'animo di alcuni dei monaci, che diedero il grande tempio alle fiamme.

Tra i superstiti, si salvarono anche i cinque Anziani, capi dei cinque stili Shaolin, e tra di essi la maestra buddista Ng Mui. Ella si rifugiò nel tempio della Gru Bianca, dove ebbe modo di dedicarsi indisturbata all'arte marziale e allo Zen. Per lungo tempo rifletté su come avrebbe potuto creare una nuova arte marziale, capace di offrire la possibilità, anche a persone fisicamente deboli, di sconfiggere esperti delle Arti Marziali classiche.

Secondo la leggenda Ng Mui ebbe l'ispirazione decisiva osservando una lotta tra una gru e una volpe. La volpe con astuzia e agilità girava intorno alla gru, nella speranza di poter sferrare un attacco mortale sul fianco non protetto di quest'ultima. La gru, però, si girava in continuazione in modo da mostrare alla vol­pe il suo petto. Ogni volta che la volpe si avvicina­va troppo, la gru si difendeva con un'ala e, contemporaneamente, contrattaccava con il becco. La monaca imparò moltissimo da quello scontro e così creò un sistema basato sulla semplicità dei movimenti, sulla loro adattabilità e sull'uso economo della forza. 

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